Così comincia la favola di Cappuccetto Rosso, secondo i Fratelli Grimm: lo scorso novembre abbiamo incontrato nuovamente la bambina della favola sui muri di Paratissima, e questa volta le fila del racconto erano mosse da Francesco NOx.
Infatti in molti, a Paratissima, si sono chiesti che cosa rappresentasse il disegno, che cosa Francesco volesse dire con quella maschera calata sul volto di Cappuccetto. Hub09 l’ha incontrato e insieme abbiamo parlato di lupi, bambine perse nel bosco, e non solo.
“Non è la rivisitazione di nessuna favola. In realtà per me Cappuccetto Rosso è uno strumento, un tentativo di mettere in discussione quello che ci viene inculcato fin da piccoli, un retaggio culturale che noi tendiamo a portare avanti nella vita senza analizzare e criticare. Nella favola viene esaltata una figura, il cacciatore, attraverso un capo espriatorio, in questo caso il lupo. L’uccisione di un essere vivente viene vissuto come fatto positivo. Ho scelto di raffigurare Cappuccetto Rosso con una maschera, come se il lupo non esistesse. Una figura così dolce e innocente diventa essa stessa un cattivo.”
“ E allora chi è buono, chi è cattivo?” “Non esiste un buon o un cattivo assoluto, da un lato l’innocenza, la dolcezza, e di fronte il lupo, totalmente all’opposto. E credo che questa contrapposizione serva solo per giustificare la violenza”.
“Come finisce allora la favola?”“ Poco prima di Paratissima ho realizzato un’altra opera, dove Cappuccetto Rosso riceve una proposta di matrimonio dal lupo. Ho immaginato diversi finali per la fiaba, e cercherò di tradurli in altri lavori. Non voglio dare nessuna morale, voglio offrire qualcosa su cui discutere. E lo faccio in tutto le opere.”
“ Come con la Clessidra?”
“Banalmente è soltanto il tempo che scorre. Vorrei pensare a come impieghiamo il tempo, se davvero lo facciamo perché siamo convinti o perché conosciamo un solo modello. Pensa a quelli che si spostano dalla periferia al centro città, su un treno bestiame. Credo sia importante rispetto alla variabile tempo tenere in considerazion la qualità, piuttosto che la quantità.”
“Banalmente è soltanto il tempo che scorre. Vorrei pensare a come impieghiamo il tempo, se davvero lo facciamo perché siamo convinti o perché conosciamo un solo modello. Pensa a quelli che si spostano dalla periferia al centro città, su un treno bestiame. Credo sia importante rispetto alla variabile tempo tenere in considerazion la qualità, piuttosto che la quantità.”
Un tema affronta altre volte da Francesco ad esempio con La Ballerina e il corvo, ancora una volta due soggetti all’opposto: “Il sacrificio, la purezza contro la tristezza e la bruttezza del corvo. Per me è un tentativo di vedere due facce della stessa medaglia. Il corvo regala una clessidra alla ballerina. E regala questo tempo per dare alla ballerina più tempo per realizzare i propri desideri. Sarà la ballerina a stabilire il valore di quel regalo”.
In quest’ottica per Francesco, il percorso artistico non è fondamentale, mentre lo diventa la comunicazione attraverso il paradosso, obiettivo del suo lavoro. “Tramite il paradosso, lancio un imput: l’opera sul muro e con la sua opposizione di contenuti, diventa qualcosa a cui ciascuno di noi attribuiscw il proprio significato. Non riesco a schematizzare quello che sto facendo a livello artistico. L’unica pretesa è la consapevolezza di quello che voglio dire e dei mezzi che ho a disposizione, senza essere banale”.
Per parlare dei suoi lavori utilizza Facebook, “ La comunicazione è semplice e veloce, e riesci a conoscere anche nuovi artisti. Pubblico normalmente i miei lavori su Flickr, sono riuscito a ottenere collaborazioni interessanti. Ho cercato di farlo con Opiemme, spero a breve di poter lavorare con lui.”
E ci sono altri artisti che ci consigli? “ BR1, amico oltre che collega, Fabrizio Sea Creative in mostra in questo momento al circolo torinese Amantes con l’espozione collettiva Across Rewriting, a cui partecipo anch’io, Elfo, lo trovo geniale”. E tra i giovani? “ Orma Il Viandante e Maze, senza dubbio”.
Aspettando la prossima favola, ringraziamo Francesco.
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