Passando davanti al Laboratorio Zanzara un invito sulla porta “Ingresso molto libero” è già un buon motivo per aprirla e scoprire quel mondo. Si respira da subito un’atmosfera speciale. I ragazzi sfoderano un sorriso che parla: “Ehi, sei davvero il benvenuto”. Ognuno si avvicina fiero di presentarsi, raccontarti cosa fa o semplicemente come sta in quel momento.
Mentre i nostri nuovi amici sono alle prese con le attività: chi disegna, chi lavora la cartapesta, chi prepara il caffè, chi ti saluta con la mano da lontano, noi incontriamo Gianluca operatore e direttore creativo, che ci accoglie con quello stesso sorriso, ormai familiare e un po’ contagioso.
“Siamo una cooperativa sociale, qui con noi lavorano 18 persone in condizione di disagio mentale. Nati come servizio diurno nel 1998 presso un’altra cooperativa abbiamo deciso di scommettere sulla creatività come modalità di inserimento dei ragazzi in un vero contesto lavorativo, con orari e pause prestabilite e un compenso”.
Ma come funziona il lavoro in un’agenzia di grafica e comunicazione così speciale?
“Quello che produciamo nasce dall’incontro tra le capacità e le predisposizioni di ciascun componente del gruppo e le competenze degli operatori che lo seguono, tutti con pratiche specifiche nel campo della manualità e dell’artigianalità. Siamo in cinque: ad esempio, ho studiato grafica al liceo e poi ho sempre avuto una mia attività nel campo della comunicazione, mentre la mia collega Elena, oltre ad anni di esperienza come educatrice, è anche decoratrice”.
Ci guardiamo intorno, i loro lavori sono davvero originali, creativi, geniali e di uno stile, che negli anni, è ormai unico e inconfondibile.
Tra i progetti più importanti del Laboratorio Zanzara c’è il Torino Jazz Fastival, di cui hanno curato interamente comunicazione e grafica.
“ … è stato il riconoscimento di una realtà debole come realtà produttiva, e questo ci rende davvero orgogliosi”
Ma come si è arrivati alle grafiche definitive?
Gianluca ci svela il dietro le quinte : “Non c’è un brief scritto. Anche perchè qui, come potete immaginare, si viaggia su altri canoni. Ho pensato io la creatività che ha portato al segno grafico del toro, diventato poi simbolo del Festival, ma sono i ragazzi, che come illustratori, si sono curati di modificarli secondo la loro personalità, il quoziente espressivo è sempre loro.“
L’esperienza del Torino Jazz Festival si ripeterà anche quest’anno e Gianluca ci anticipa altri progetti “Sicuramente continueremo a lavorare con i partner istituzionali, come la Compagnia di San Paolo e Reale Mutua, ma tra i nostri obiettivi c’è quello di creare proposte culturali, come un vero e proprio network con le realtà del Quadrilatero per eventi intorno al quartiere, come ad esempio Divieto di Affissione.”
“Continueremo poi a lavorare per lo shop annesso al nostro atelier: in questo momento siamo impegnatissimi con agende e calendario, quest’anno dedicato alle copertine di album musicali”.
Ultima domanda, che non può mai mancare, Laboratorio Zanzara e i social network, come vi rapportate?
“I social sono importantissimi per la fidelizzazione verso Laboratorio Zanzara. I fan prendono una “cotta” per noi e Facebook diventa il luogo ideale per seguirci” ci dice Gianluca, e puntualizza “Cerchiamo un mi piace consapevole, che possa avere poi un ritorno reale sulle nostre attività, come ad esempio donare il proprio 5 x 1000 alla cooperativa. Tra poco apriremo anche un canale Youtube e Twitter, per poter dialogare meglio e in tempo reale con chi ci segue”.
Gianluca si scusa per l’inquinamento acustico, alias l’incontenibile entusiasmo dei ragazzi, ma l’atmosfera non è poi tanto diversa da quella che si respira in Hub. Sarà che negli ambienti dove circola creatività, anche il rumore diventa musica.
Con il cuore leggero e la sensazione di camminare sulle nuvole, rientramo in redazione, portando tra i nostri appunti una consapevolezza in più : "Almeno un’ora al giorno bisogna essere felici” il manifesto realizzato interamente dai ragazzi del laboratorio zanzara, ora appeso nei nostri uffici.
Un consiglio? Andateli a trovare, sono in via Bonelli 3 a Torino, oppure visitate la loro pagina Facebook qui.
Per le immagini si ringrazia Michele D'Ottavio.
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