Una vera e propria icona pop che, nei decenni, è stata declinata in migliaia di versioni, a partire dalla riproduzione dello stesso Andy Warhol.
Playboy, celebre perlopiù per i contenuti "per soli maschi", è da sempre un palcoscenico che il fondatore Hugh Hefner ha dedicato ad artisti e intellettuali spesso censurati o ritenuti scomodi, o addirittura "antiamericani". Tra coloro che sono stati intervistati o hanno scritto sulle pagine di Playboy: John Lennon, Fidel Castro, Vladimir Nabokov, Gabriel Garcia Marquez, Allen Ginsberg, Malcolm X, Salvador Dalí, Martin Luther King Jr., Jean-Paul Sartre, George Wallace, Cassius Clay, Yasser Arafat, Steve Jobs, Stephen Hawking, Salman Rushdie.
Moltissime le meravigliose donne che hanno posato per la rivista (tra le italiane, Iva Zanicchi!).
Nel novembre 2009 covergirl è stata Marge Simpson, in occasione del ventesimo compleanno della famosa serie animata.
Potete visionare il paginone centrale del numero, un'immagine molto bollente, sulla nostra pagina Facebook.
Da alcuni anni Playboy è anche per non vedenti: recentemente è nato il servizio radiofonico della rivista: 200 ragazze si alternano ai microfoni per leggere gli articoli ma anche descrivere in ogni dettaglio le foto a chi non può vederle.
Alcune curiosità: il logo di Playboy è stato uno dei primi a essere riprodotto in versione nano.
Inoltre, una porzione del paginone centrale del numero più venduto di Playboy (novembre 1972, 7.161.561 copie) è diventata un'immagine standard per il collaudo degli algoritmi di elaborazione digitale delle immagini; l'immagine è nota nel settore col nomignolo di Lenna (o Lena, dal nome della cover girl Lena Sjööblom).
Buon Anno del Coniglio a tutti dalla redazione di Hubblog!
io infatti lo apprezzo per la posizione "scomoda".
RispondiEliminaKi@