Torino città grigia
e industriale è uno stereotipo quasi
ormai cancellato dalla direzione che la città sabauda è riuscita a
intraprendere, che la sta vedendo trasformarsi in una metropoli più moderna e
meno legata al modello fordista al’italiana. Torino, come tante altre città,
vede sorgere nel suo paesaggio aree
industriali dismesse in cerca di una nuova identità.
Oggi, vi
vogliamo parlare proprio di questo: come
trasformare un’ex area industriale in luogo
di aggregazione collettivo attraverso la creazione di uno spazio dedicato a
esibizioni, concerti, mostre, conferenze,
per dirla con un’unica parola, forse riduttiva, a eventi culturali .
Ci troviamo nella
parte nord della città, nell'area dell’ex
stabilimento SICMA
(Società Italiana di Costruzioni Molle e Affini), entrato in attività
negli anni Venti e in disuso dal 2007, in un’area attigua allo scalo
Vanchiglia in un fabbricato di 420 mq e una superficie all'aperto di
circa 3.500 mq: qui è nato il Bunker, nome preso in
prestito dal rifugio antiaereo contro i bombardamenti alleati costruito in
piena Seconda Guerra Mondiale. “Non
potevamo scegliere un altro nome vista questa caratteristica così inusuale” ci
spiegano i ragazzi dell’associazione Urbe (ve li ricordate? Quelli del Cantiere25),
promotrice del progetto Bunker. Li abbiamo incontrati in concomitanza con il
Festival SUB URB ART, che si svolge
in queste settimane e si concluderà il 30 settembre prossimo.
BunkerBar By Meno
Design
Weed, SUB URB ART 2012
Il festival è giunto alla seconda edizione, a distanza di dodici mesi dall’esperimento di via Foggia 28: “I 1500 mq di locali concessi dalla società proprietaria, in attesa di essere demoliti e riconvertiti in loft, erano diventati luogo di contaminazione sperimentale per artisti internazionali ed emergenti che si sono confrontati con e dentro lo spazio; un contenitore indipendente di eventi culturali -fotografia, arte, teatro, architettura, design, musica – si è innescato un virtuoso processo di riqualificazione del singolo edificio e di una porzione di territorio periferico”. Su questo terreno fertile è nata la prima edizione del Festival: "mostra/evento, che ha avuto come protagonisti i muri della fabbrica, interpretati da oltre 40 artisti italiani e internazionali.
MP5+To/Let, Prima edizione Festival SUB URB ART , Via Foggia 28
URBE vede la luce
in quei giorni, per creare un soggetto che dialogasse con le autorità e
proseguisse nel tempo il percorso intrapreso: “Tutto è nato piuttosto spontaneamente, come
un collettore: URBE raccoglie i “contenuti” che vengono proposti nello spazio
scelto. Ma la mission resta quella di modificare temporaneamente lo spazio
industriale affidandolo ad artisti di strada e creando eventi che lo
rendano fruibile sul territorio. E’ un percorso in divenire: il clou sarà il
Festival in questi giorni dove l’ex fabbrica sarà ricoperta dei lavori degli
street artist, italiani e internazionali”.
Sono circa 20 gli artisti che parteciperanno. Abbiamo incontrato vecchie conoscenze di Hub come Halo Halo e i suoi svarioni, ma anche l’artista indiano Rahul Mitra, di passaggio per una tournée europea.
Halo Halo at work, SUB URB ART FESTIVAL 2021
The Mushroom Collective
Rahul Mitra (India), in collaborazione con Mattia Lullini, HaloHalo, Weed
Gola+Kenor+H101, Sub Urb Art 2012
NeSpoon (Polonia), SUB URB ART 2012
E se il Bunker
chiude le sue porte il 30 settembre, URBE non si ferma: “Lavoreremo a Nizzart, il museo a cielo aperto,
finanziato in parte da La Stampa nelle undici
aree individuate tra corso Vittorio Emanuele II e piazza De Amicis,
investendo grandi facciate cieche: verranno distribuiti tra i
vari artisti, per ospitare murales o installazioni artistiche.”
Consigliamo ai
torinesi di non perdersi gli eventi di questa settimana e a tutti gli altri
lettori chiediamo di raccontarci di altre esperienze cittadine di
riappropriazione dello spazio urbano normalmente non utilizzabilee non
utilizzato.
Il Bunker è
aperto dal martedì alla domenica dalle
15 alle 3 del mattino, trovate qui la pagina Facebook per seguire tutti
gli aggiornamenti e le iniziative in corso.
Secondo me, per tutti gli altri tranne che per i Torinesi Torino rimane una città grigia e nebbiosa.
RispondiEliminaMilano invece, rimane sempre una città di emme.