La jungla riappare in bianco e nero, per un lungo istante terribile e sublime: la stessa bellezza estrema che risuona dagli scatti trascolorati di Richard Mosse, attraverso terre abitate dai relitti, paesaggi immensi e immense sofferenze dell’uomo.
Un viaggio in cui la Terra rimane muta, riflessa in uno sguardo che al contrario ha cambiato colore, impallidito e arrossito per sempre. Il Congo raccontato nella serie Infra, realizzata grazie a un’apposita pellicola infrarossa Kodak, va oltre ogni pretesa di realismo.
I cavalli brucano su pascoli coperti di erba lampone come se fosse caduta dal cielo di Piovono Polpette. Una ruspa affonda nel fango, invaso dall’erba irrorata di sangue degna della Guerra dei Mondi di Spielberg. Il suolo del Pianeta Rosso è abbracciato dal blu dell’oceano.
Soldati bambini sono ritratti ai piedi di alberi dalle radici violacee usciti dal bosco di Sleepy Hollow. Paesaggi verderame, cauterizzati, shockkati, abrasi. Usciti vivi da un’esperienza umana in cui natura e assurdo sono collassati in fiore.
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