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martedì 17 gennaio 2012

SOCIALNET: 18 gennaio, Internet in sciopero per 12 ore


Il web abbassa le saracinesche e va in sciopero: potrebbe accadere mercoledì 18 gennaio, giorno in cui la versione inglese di Wikipedia non sarà accessibile ai naviganti. L'oscuramento è stato deciso dal fondatore Jimmy Wales in segno di protesta contro il Sopa, la discussa norma ideata per arginare la pirateria in rete che sarà discussa il prossimo 24 gennaio dal Senato americano.





Con Wikipedia, un gruppo di siti che comprende nomi quali Reddit, Wordpress Mozilla, BoingBoing, TwitPic, Minecraft, KnowYourMeme, Destructoid, il collettivo Anonymous, ha annunciato di voler scioperare.
A partire dalle 8.00 AM molte pagine saranno irraggiungibili per 12 ore. Nelle homepage i normali contenuti saranno sostituiti da dati informativi riguardanti la proposta di legge (che potete già leggere sul sito Sopa Strike).

La controversa legge antipirateria SOPA - Stop Online Piracy Act - presentata dal deputato texano Lamar S.Smith, permetterebbe ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti. Inoltre permetterebbe «al Dipartimento di Giustizia e ai titolari di Copyright di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d’autore». Un provvedimento che riguarda anche i naviganti italiani: molti siti hanno infatti sede legale negli Stati Uniti.


«Noi e il Sopa non potremmo mai coesistere, scrive Cory Doctorow sul blog Boing Boing, molto seguito dai difensori della libertà di espressione in Rete. Non potremmo pubblicare link ad altri siti a meno che non siamo del tutto sicuri che su quei siti non esistano link che rimandino a qualunque cosa che possa essere considerato una violazione del copyright. Inserire un solo link richiederebbe di controllare millioni [...] di pagine web, solo per essere sicuri di non stare in qualche modo minando la possibilità di cinque studi di Hollywood, quattro etichette discografiche multinazionali e sei editori globali di massimizzare i propri profitti.»





E Facebook? Se secondo alcuni blogger Google e il social di Zuckerberg hanno in programma di partecipare allo sciopero del 18 gennaio, sembra invece che la  NetCoalition (che riunisce appunto colossi del web come Facebook e Google, accompagnati eBay e Amazon) voglia partecipare alla nuclear option, un blackout totale di internet, il prossimo 23 gennaio.
In questi giorni, infatti, la NetCoalition sta concentrando i propri sforzi nell’appoggiare una revisione legislativa che consenta di punire i siti stranieri che commettono illeciti, senza l'obbligo di misure censorie e limitado l’attività dei colossi del Web.

Ma torniamo al criticato Sopa: è un progetto di legge che punta a introdurre severe misure volte ad arginare la diffusione di materiale piratato, non concentrandosi solo su chi crea e diffonde contenuti protetti da copyright, ma colpendo qualunque sito che consenta la condivisione di uno di questi contenuti.
Con semplici ordinanze, potrebbero dunque essere bloccate le indicizzazioni sui motori di ricerca non solo di portali dedicati alla condivisione di file come Pirate Bay, ma anche social network e piattaforme web come Facebook, YouTube e Google. Questi siti si troverebbero, dunque, isolati.




«È ovvio - afferma Fabio Deotto di daily.wired.it - che dando alle autorità un simile potere censorio, si va a minare le fondamenta stesse della Rete, dal momento che i siti che oggi basano la propria esistenza sulla libera condivisione di contenuti (come i social network) si troverebbero obbligati a lanciare improbabili operazioni di screening, o in alternativa, a impedire ai propri utenti di condividere contenuti. 
Inoltre, per quanto duro e coercitivo, il Sopa rischierebbe di non risolvere minimamente il problema, dal momento che i pirati avrebbero comunque a disposizione fior fior di scorciatoie per continuare a infrangere il copyright senza rischiare di finire nella Rete del Sopa.»

Una questione spinosa in cui sembra difficile, per le due fazioni, trovare un punto di incontro.





Nelle ultime ore però, le acque sembrano essersi calmate. Proprio grazie all'agitarsi di ogni angolo del web, i portavoce della maggioranza hanno promesso che il Senato non farà passare la legge e molte major che all'inizio l'avevano appoggiato il progetto, hanno poi tirato indietro le mani  dichiarandosi contrarie (tra queste Sony ed Electronics Art).

Al senatore Patrick Leahy, sponsor principale della proposta, e ai suoi alleati non è rimasta altra opzione che dichiararsi disponibili a modificare il testo della legge antipirateria.

E infine, proprio la Casa Bianca ha lanciato un comunicato ufficiale piuttosto illuminato:

“Anche se crediamo che la pirateria online perpetrata da siti stranieri sia un problema serio [...] non supporteremo una legge che riduce la libertà di espressione, aumenta i rischi per la cybersicurezza, o che mini la dinamicità e l’innovazione della Rete globale [...] Invitiamo tutte le parti in causa, inclusi sia i creatori di contenuti che gli Internet platform provider, a lavorare insieme per adottare misure volontarie e pratiche atte a ridurre la pirateria online.”



Alcuni strumenti per saperne di più:
Boycott Sopa, app Android gratuita che, a partire dalla lettura del codice a barre, permette di sapere se un prodotto è in qualche modo legato a uno degli 800 nomi che sostengono il progetto di legge Sopa;
Sopastrike.com, pagina che riporta la lista aggiornata dei siti aderenti allo sciopero e che invita ogni identità del web a unirsi al blackout del 18 gennaio.




Come sempre, vi terremo informati di tutti gli sviluppi della vicenda. 

via daily.wired.it.




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